La gioia di scrivere


 

Il titolo di questa rubrica è più un auspicio che una constatazione, e ciò è tanto più vero, in molti casi, per i testi poetici, a meno che non siano accompagnati da commenti di persone competenti e sensibili, come avviene mirabilmente su queste pagine per le poesie di Antonia Pozzi ad opera di Suor Onorina Dino.

Ci sono due categorie di poeti: quelli che scrivono per se stessi e per i critici e quelli che si offrono spontaneamente e direttamente al lettore, tra questi ultimi certamente Wislawa Szymborska.

Polacca. Premio Nobel per la letteratura nel 1996, è diventata negli ultimi anni autore di culto anche in Italia, tanto che Adelphi ha pubblicato nel 2009 la raccolta completa delle sue poesie, con il titolo molto appropriato “LA GIOIA DI SCRIVERE”.

I temi sono volutamente quelli più battuti, che scandiscono la quotidianità del mondo reale: l’amore, la morte, la vita in genere nei suoi aspetti più comuni (la guerra, i crimini nazisti, le macerie lasciate dal sistema comunista, l’erotismo; come anche un album con le fotografie di famiglia, una scenetta alla stazione, una gita all’estero, il circo, una visita all’ospedale ecc.).

La scrittura della Szymborska è caratterizzata da una naturalezza colloquiale e da una semplicità ingannevole, da una leggerezza espressiva, ottenuta con una lingua semplice e comune. A mo’ di esempio e per invogliare alla lettura, ecco la penultima composizione, intitolata “Vermeer”: Finché quella donna del Rijsmuseum/nel silenzio dipinto e in raccoglimento/giorno dopo giorno versa/il latte dalla brocca nella scodella/il Mondo non merita/la fine del mondo.

 

                                                                                                          Carlo Amanti



Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945 – 2009), Adelphi, 2009.

IL GRINZONE n. 37