Vita e destino


 

Dopo aver richiesto ai lettori di questa rubrica un esercizio di pazienza nell'affrontare "Le benevole" di Jonathan Littell, non posso che rivolgere un analogo invito, proponendo (per l'ultima volta, lo prometto) le oltre 800 pagine del libro di Vasilij Grossman "VITA E DESTINO".

La lettura ravvicinata dei due testi trova giustificazione nel fatto che trattano lo stesso argomento, la II guerra mondiale, vista però da due prospettive diametralmente opposte, quella nazista e quella sovietica.

L'intento peraltro dichiarato dell'autore è quello di scrivere un "Guerra e pace" del Novecento, cioè un ampio e partecipato affresco storico, nel quale però non spicca un protagonista assoluto, ma una miriade di personaggi in qualche modo collegati fra loro: appassionati idealisti ed odiosi leccapiedi, umili eroi ed abietti traditori, vittime innocenti e crudeli carnefici.

Come nel libro di Littell, la riflessione di Grossman investe il problema del "Male" la cui natura è la negazione sistematica della verità, in nome di un "Bene" superiore, a cui tutto deve essere sacrificato, anche la dignità personale (vedi cap. 43 del libro III).

Scritto nel momento più acuto della "Guerra fredda", il volume richiama l'attenzione occhiuta e sospettosa del KGB, che lo confisca; fatto uscire clandestinamente dall'Unione Sovietica, viene pubblicato in russo a Losanna nel 1980.


                                                                                                          Carlo Amanti

 

Vasilij Grossman, Vita e destino, Biblioteca Adelphi 534, Milano, pg. 827.

IL GRINZONE n.28