BAIEDO e PASTURO

nel Dizionario corografico dell’Italia di Amato Amati


Dopo il 1868 (senza data) e poi tra il 1875 e il 1886 uscirono a Milano dai torchi del prolifico tipografo-editore Francesco Vallardi gli otto volumi del monumentale Dizionario corografico dell’Italia, un’opera enciclopedica riccamente illustrata “con circa 1000 armi comunali colorate” e con parecchie centinaia di incisioni rappresentanti i principali monumenti d’Italia.
A distanza ormai di quasi 150 anni, questo dizionario, che ebbe vasta diffusione, conserva tuttora il valore di un ricco repertorio di accurate notizie, non così facilmente reperibili altrove.
A compilarlo fu il monzese Amato Amati (Monza, 1831 - Roma, 1904), illustre geografo, nonché storico, poligrafo e patriota italiano. Giovanissimo, partecipò alle cinque giornate di Milano del 1848, indi riparò a Torino e poi in Francia, dove si laureò in lettere nel 1852. Rientrato in Italia, fu insegnante di lettere in varie città lombarde e venete e nel 1879 fu nominato provveditore agli studi di Cagliari. Scrisse di pedagogia ma soprattutto di storia e di geografia (tra il 1882 e il 1883 insegnò geografia niente meno che nel prestigioso ateneo pavese). La sua opera maggiore è il grande Dizionario corografico dell’Italia, nella cui erculea compilazione si giovò del contributo di “sindaci, rappresentanze provinciali e insigni geografici e storici”, come nel caso delle voci “Baiedo” (vol.1, p.582) e “Pasturo” (vol.5, pp. 990-991), rivedute e corrette dall’“onorevole Sindaco” di questi due comuni.
L’estensore delle due schede fornisce innanzitutto dati numerici relativi alla superficie dei due borghi valsassinesi e ai loro abitanti (aggiornati con gli ultimi censimenti): si può notare, da un punto di vista demografico, una drastica diminuzione della popolazione a Baiedo tra il 1857 e il 1862. Viene poi fornito un altro dato numerico molto importante in quel tempo: il numero dei militi della Guardia Nazionale che, nata nel regno sabaudo nel 1848 ed estesa nel giugno 1859 alla Lombardia, aveva come scopo quello di difendere lo Statuto e la Monarchia sia dai nemici esterni, sia da quelli interni. La Guardia Nazionale, presente in tutti i Comuni della Valle, fu attiva fino al 1876 quando per legge furono sciolte tutte le Guardie Nazionali: a Baiedo contava 40 militi e a Pasturo ben 154. Un altro dato significativo è che il corpo elettorale nelle elezioni locali era in quegli anni più ampio rispetto a quello delle elezioni politiche, dove aveva diritto di voto solo il 2,5 / 3 % della popolazione totale. Vengono quindi passate in rassegna le ricchezze del territorio: a Baiedo i prati che producono un “fieno eccellente” e i castagneti che danno copiosi frutti, a Pasturo i pascoli montani (che danno il nome al toponimo che deriverebbe per l’appunto dal latino * pastorium, “luogo di pascoli”) dove con il latte di vacche, dette localmente “bergamine”, “si fanno quegli ottimi caci, conosciuti in commercio sotto il nome di stracchini”, nonché le miniere di ferro e piombo. A Baiedo risiede pure una società mineraria, la fantomatica “L’Esploratrice” a cui fa cenno il grande geologo e metallurgista Giulio Curioni (1796-1878), ma di cui non si hanno altre notizie. Segue infine una breve descrizione geografica dei due comuni. Nel caso di Baiedo si aggiungono brevi notizie storiche sulla celebre Rocca, distrutta nel 1513, e sul Ponte di Chiuso, fatto costruire da Giovanni Visconti, già descritto da Paride Cattaneo Della Torre nel 1571 e studiato da Giuseppe Arrigoni in un articolo dal titolo Il Ponte di Chiuso in Valsassina, pubblicato nel “Cosmorama pittorico”, a. IV, n. 12, 1838, pp. 89-90.

 

BAIEDO - Comune in Lombardia, provincia di Como, circondario di Lecco, mandamento di Introbio.
Ha una superficie di 367 ettari.
La sua popolazione nel 1857 era di 217 abitanti (115 maschi e 102 femmine). Secondo l'ultimo censimento (1862) ne contava 162 (maschi 81 e femmine 81), e quindi 44.14 per chilometro quadrato.
La sua guardia nazionale consta di 40 militi, di cui 30 attivi e 10 di riserva.

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Gli elettori politici sono inscritti nelle liste elettorali del collegio di Lecco; nel 1863 erano 5.
L'ufficio postale è ad Introbio.
Pel dazio consumo è comune di quinta classe.
Il suo territorio è montuoso e produce pascoli e cereali. Gli abitanti sono tutti impiegati nella pastorizia e nella agricoltura, massime nella coltivazione dei prati, che producono fieno eccellente, e dei castagneti che ordinariamente danno un frutto annuale piuttosto considerevole. In paese risiede una società che fa ricerca di miniere di piombo, ma finora non se ne è aperta alcuna cava. Alcune miniere di ferro già aperte furono abbandonate.
Il capoluogo è posto nella Valsassina, presso ad un impetuoso torrente, che si getta nella Pioverna. Dista 56 chilometri a greco da Como e 14 a borea da Lecco.
Famoso fu il suo castello, ove valorosamente resistette Marco da Caleppio contro al duca di Milano verso la metà del XV secolo, ed ove spesso ebbero sicuro ricovero prepotenti feudatari. Esso fu distrutto nel 1513.
Le fortificazioni si univano al ponte di Chiuso, che era già di due archi, fatto da Giovanni Visconti.
Alcune delle surriferite notizie debbonsi alla cortesia dell'onorevole Sindaco di questo comune.

 

PASTURO - Comune in Lombardia, prov. di Como, circond. di Lecco, mand. di Introbbio.
Ha una superficie di 1739 ettari.
La sua popolazione di fatto, secondo il censimento del 1861, contava abitanti 687 (maschi 359, femmine 328); quella di diritto era di 911.
La sua guardia nazionale consta di una compagnia con 154 militi attivi.
Gli elettori amministrativi nel 1865 erano 95, e 30 i politici, inscritti nel collegio di Lecco.
L'ufficio postale è ad Introbbio.
Appartiene alla diocesi di Milano.

 

Il suo territorio è specialmente ricco di pascoli montani e conta non meno di 400 baite o cascine pastoreccie, nelle quali si allevano grosse mandre di vacche, o bergamine, dal cui latte si fanno quegli ottimi caci, conosciuti in commercio sotto il nome di stracchini.
In questo territorio si scavano miniere di ferro spatico ed ocraceo, che sono disposti il primo in filoni, il secondo in ammassi o gruppi. Altre volte vi si scavano anche miniere di ferro e piombo.
Pasturo è un piccolo villaggio della Val Sassina, posto sulle falde occidentali del monte Grigna, poco lontano dalla sinistra sponda del torrente Pioverna. Dista 3 chilometri circa a libeccio da Introbbio e 14 da Lecco.
Le sufferite notizie furono rivedute ed approvate dall'onorevole Sindaco di questo comune.

        

                                                                   Marco Sampietro


IL GRINZONE n.61