LILIANA E FRANCESCO LONGHI

 

Abitano all’ultimo piano mansardato di una palazzina in Via Provinciale. È una giornata splendida e dal balcone la vista si apre su Barzio e i Piani di Bobbio ma anche, ad ovest, sulla Grigna. In effetti Liliana e Francesco Longhi hanno conosciuto ed apprezzato la Valsassina proprio per il paesaggio e le belle escursioni in montagna che vi potevano effettuare. Hanno iniziato a frequentarla nel 1975, andando in vacanza a Vimogno dove già veniva un fratello di Francesco; da allora non l’hanno più abbandonata e nel 1992 hanno acquistato l’attuale casa a Pasturo. Amanti della montagna vi trascorrevano i fine settimana e i periodi di vacanza fino al trasferimento stabile una volta andati in pensione agli inizi degli anni 2000.

Francesco nasce nel gennaio del 1945 ad Albiate (“I miei erano di Milano ma erano sfollati a causa della guerra ed abitavano nella casa del parroco don Giuseppe che li aveva accolti”) e, dopo le scuole elementari e medie, si iscrive al Galileo Ferraris di Milano dove consegue il diploma di disegnatore particolarista meccanico. Avrebbe potuto fare il pubblicitario ma su indicazione del fratello maggiore (“Mio papà era morto per una malattia fulminante quando avevo appena 4 anni”) sceglie il disegno industriale. La passione per il disegno gli viene dal nonno, cesellatore (“Ha lavorato anche alle porte centrali del Duomo di Milano”). Svolge il servizio militare a Roma nel corpo dei Granatieri di Sardegna e subito dopo trova lavoro alla SNAM-Progetti che lo manda a Napoli. Torna a Milano e lavora per un anno presso la Ditta Warthington di Desio, settore pompe, per passare poi alla Q.V.F., una ditta inglese che, prima nel mondo, si occupa di impianti chimici in vetro per l’industria farmaceutica. “Sempre come disegnatore meccanico, ci sono rimasto per oltre 20 anni; poi quando la Ditta chiude, avendo acquisito una significativa professionalità, decido di mettermi in proprio. Come libero professionista e tecnico progettista, ricevo molte richieste da varie Aziende non solo in Italia ma anche in altri paesi europei. Devo dire che sono sempre stato molto impegnato fino a quando ho deciso di chiudere e andare in pensione”.

Liliana, milanese ma con padre toscano e madre emiliana, nasce nel febbraio del 1946 e dopo le medie frequenta la scuola civica “A. Manzoni” per segretaria d’azienda e quella di interprete per tedesco ed inglese. Lavora in una azienda americana (la Merrell, che allora produceva anche il Vicks VapoRub) per alcuni anni per passare poi ad un’azienda tedesca (AEG) come segretaria della Direzione e corrispondente per l’estero. Dopo 28 anni, quando AEG chiude, lavora presso Firema Trasporti fino alla pensione nel 2003.

Si sono conosciuti non ancora ventenni ad una festa in casa di amici. “Mi hanno colpito subito i suoi occhi” dice Francesco; “Lui era intraprendente e faceva ballare tutte le ragazze, per cui non si poteva non notare…” aggiunge Liliana. Cominciano a frequentarsi e spesso, nei momenti liberi, col loro gruppo partecipano a diverse iniziative (da momenti di riflessione a varie gite in montagna ma anche a Roma) organizzate da padre Erminio Crippa. Dopo quattro anni di fidanzamento si sposano nel 1972 e vanno ad abitare a Sesto San Giovanni. Nel 1973 nasce Andrea, che da diversi anni vive a Pasturo e nel 2017 sposa Natalia Pigazzi. Nel 1978 nasce Elena, che si sposa anch’ella a Pasturo con Roberto Maroni. Nascono anche i tre nipoti: Daniele, che frequenta all’Università il Corso di laurea in Mediazione linguistica e culturale; Matteo, frequenta le Superiori a Lecco e gioca a calcio in una squadra locale; Samuele, prima media e giocatore di rugby.

Francesco e Liliana, in particolare da quando sono in pensione, sono impegnati come nonni perché sia Elena che Roberto lavorano, lei a Milano in un Istituto Finanziario e lui in una Ditta a Cortenova, paese in cui lavora anche Andrea. Liliana aiuta i nipoti anche per i compiti scolastici, in particolare per le lingue, a volte anche con qualche altro ragazzino o compagno di scuola dei nipoti. Si spostano dalla Via Provinciale a Baiedo e tornano spesso a piedi e capita di incontrarli lungo il percorso. Diverse volte invece, soprattutto negli anni scorsi ma capita ancora, si vede Francesco percorrere la strada con la sua macchina, che non si può non notare. Si tratta di una Rover 45 tutta “agghindata”; da lontano può sembrare un po’ “zingaresca” ma vista da vicino ci si accorge che la carrozzeria è adornata con molti disegni, realizzati da Francesco e applicati con particolari strisce di metallo che si fa inviare direttamente dall’Inghilterra, dalla Rover: “Molte persone si fermano ad osservarla e a fotografarla; io ci sono proprio affezionato e anche se ormai ha quasi 20 anni e oltre 160.000 chilometri mi spiacerebbe troppo doverla cambiare. D’altra parte, dopo la prima macchina che era una 850 coupé della FIAT, ho sempre avuto delle Rover, oltre ad una Lambretta con cui, assieme a mia moglie, abbiamo fatto diverse gite, dalle Dolomiti all’Austria e in diverse altre località. La possiedo ancora e di tanto in tanto mi piace riaccenderla… e funziona ancora bene”.

Hanno scelto Pasturo e la Valsassina per il paesaggio ma non solo. Vi hanno trovato persone aperte e disponibili: “Certo non bisogna fare i milanesi che pensano di sapere tutto e vogliono comandare. Se ci si avvicina con umiltà e disponibilità, dopo un primo momento di apparente chiusura, i valsassinesi ti si affezionano. Noi abbiamo sempre avuto buoni rapporti con tutti. Frequentiamo la parrocchia con positivi rapporti coi vari sacerdoti che si sono alternati in questi anni. Ma anche con le diverse persone che incrociamo, dagli esercenti ai vari artigiani di cui capita di aver bisogno, fino alle persone che si incontrano sulle strade”.

Pur trascorrendo ormai da quasi trent’anni alcune settimane d’estate a Saint Moritz, apprezzando quindi le opportunità e le bellezze dell’Engadina, ritengono Pasturo un paese bello e vivibile, un paese tranquillo e rilassante, che si è modificato in meglio in questi anni senza stravolgimenti, mantenendo invece la sua fisionomia forse più di altri paesi. Ricordano i marciapiedi realizzati ma soprattutto la sistemazione della Via centrale del paese col porfido, oltre alle iniziative culturali organizzate, a partire dal percorso “Antonia Pozzi” alla Biblioteca: “Sono una lettrice assidua - dice Liliana - e ho sempre trovato nella signora Carla competenza e massima disponibilità”. Da ultimo “abbiamo molto apprezzato la sistemazione del tetto della Chiesa del cimitero; sarebbe bello poter sistemare anche le facciate. Da dove abitiamo, dopo aver apprezzato le varie edizioni della Sagra delle Sagre prima del trasferimento alla fornace, osserviamo quanto è attualmente frequentata la pista ciclabile. Siamo invece meno entusiasti della costruzione di un Supermercato Iperal sulla Provinciale, di cui si sente parlare. Ci sono già sufficienti punti vendita; così si rischia di danneggiare i pochi negozi che ancora ci sono nei nostri paesi”.


Prima di terminare l’intervista Francesco mi fa osservare alcune delle sue “produzioni”: dalle piste dei trenini elettrici, perfettamente funzionanti tra gallerie sovrappassi stazioni varie, fino ai moltissimi disegni, da lui realizzati, che assieme alle fotografie abbelliscono le pareti della casa, che Francesco ha perlinato. Disegni spesso accompagnati da alcune poesie che in realtà sembrano delle massime o comunque degli insegnamenti di cui fare tesoro.

                

                                                                                         Guido

 




IL GRINZONE n.86