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Nel Febbraio 2016 sono partito con un WHV1 per la Nuova Zelanda, destinazione Auckland, città nell'isola del nord. Appena arrivato ho avuto modo di conoscerla e devo dire che, come prima impressione, non mi è piaciuta. Tuttavia mi sono subito dato da fare per ottenere il conto bancario e il codice fiscale della NZ, che mi servivano per poter  lavorare. Infatti avevo già ricevuto conferma per alcuni colloqui di lavoro sulla base di annunci da me posti su alcuni “website” di lavoro.

Le offerte di lavoro erano tante e, dopo qualche colloquio, ho accettato di lavorare in un ristorante al Porto. Dopo due settimane ho trovato casa sul mare, appena fuori la città, mentre il Ristorante era in centro per cui mi sono comprato una bicicletta per gli spostamenti perché i mezzi pubblici non giravano di notte fuori Auckland e così tra andata e ritorno pedalavo per circa 16 km ogni giorno.

Passati i primi tre mesi di lavoro, limite massimo del mio visto, dovevo decidere come proseguire: rimanere nello stesso posto per un anno o cambiare ristorante o città?

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Siccome avevo ancora nove mesi del mio visto, con la possibilità di conoscere nuovi posti, a fine maggio lasciai Auckland  per Queenstown, paesino di montagna nell'isola del sud, dove ho incontrato un amico romano conosciuto in Australia. Era maggio ed era appena iniziata la stagione invernale, per cui trovai subito  lavoro ad Arrowtown,  un paesino a 20 km da Queenstown. Il  Ristorante si chiamava "Saffron", un locale con 17 anni di attività a gestione familiare ma molto conosciuto, con una cucina NZ e Asiatica con piatti molto curati e un bar "Blue Door" piccolo ma con uno stile simile alle nostre baite, con l'interno realizzato tutto in sassi e col camino. Dovetti procurarmi anche un’automobile che mi serviva per andare al lavoro; per fortuna in NZ è molto facile sia per i prezzi che per i documenti necessari (niente bollo, trapasso con soli 7 euro, assicurazione cheap…). Più difficile è trovare casa: pochi posti in affitto e con alti prezzi. Al momento mi ero sistemato, assieme ad un altro ragazzo, in un campeggio. Grazie a Roberto, il mio amico conosciuto in AU, avevo fatto subito altre amicizie nel suo gruppo, composto da italiani e non, tra cui Filippo Melis, valsassinese d'Introbio, vicino di casa che non conoscevo…

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Passato l'inverno e finiti altri tre mesi di lavoro, dovevo un'altra volta decidere se cambiare ristorante o città o se accettare la proposta di lavorare con loro per un anno applicando un visto di lavoro come cameriere. Mi piaceva molto Saffron, avevo un bellissimo posto di lavoro, ero in un bell’ambiente per cui alla fine accettai la proposta. I miei datori di lavoro mi pagarono un corso per ottenere un certificato come responsabile dell'alcool, un certificato obbligatorio in NZ in ogni bar, ristorante o supermercato dove c'è la vendita di alcolici.

Sono rimasto con loro altri otto mesi finché, purtroppo, decisero di vendere l’attività. Ero molto felice per i proprietari perché dopo 18 anni di duro lavoro erano riusciti a vendere il locale e godersi la pensione, ma dall'altra parte ero triste perché con loro mi trovavo veramente bene: sempre rispettosi, sempre con un saluto e un grazie, cosa che normalmente in Italia, nel settore della ristorazione, non è così ovvia. In NZ vieni pagato in base alle ore effettuate e hai 2 giorni di riposo a settimana; in Italia, per come ricordo, devi fare 40 ore di contratto, con straordinari difficilmente pagati e un giorno di riposo se sei fortunato (parlo in generale, sicuramente ci sono anche condizioni di lavoro migliori).

Comunque sono rimasto e dopo 6 mesi dovetti applicare un nuovo visto: anziché il Lower skilled ottenni il Mid skilled di 3 anni, e questo grazie al certificato ottenuto l’anno precedente per cui ero passato ad un livello di categoria media, come Duty Manager (responsabile di sala). Questo visto assicura altri vantaggi come la sicurezza sanitaria ed offre inoltre più possibilità se in un futuro dovessi optare per un visto permanente.

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Purtroppo però con la nuova gestione le cose non andavano più bene, c’erano molti problemi e pian piano si stava perdendo quasi tutta la clientela. Così alla fine di febbraio dell'anno scorso, dopo quasi due anni, lasciai "Saffron" per andare a lavorare ad "Amisfield", un'azienda vinicola con un ristorante stellato e vini di alta qualità; un bellissimo posto nel verde, vicino al lago a 5 minuti da Arrowtown, dove vivo da più di un anno.

Queenstown assomiglia molto alle nostre zone: lago e montagna, si lavora molto con il turismo offrendo buoni servizi, buone strutture alberghiere di ogni tipo di stelle, uffici d'informazione dove si possono organizzare “pacchetti” turistici con ogni tipo di attività sul lago/fiume/montagna, con sentieri ben segnalati, piste ciclabili in alta montagna sicure e ben curate, etc.  in una casa che divido con 3 amici argentini: Juan, suo fratello Julian e la sua ragazza Sabrina. Abbiamo affittato una casa in un'agenzia immobiliare con un contratto annuale rinnovabile; qui le agenzie sono molto fiscali e ogni 3 mesi fanno un'ispezione per controllare se si mantengono i locali in buone condizioni o se ci sono stati danni o non si è rispettato il contratto.

La gente è molto tranquilla e, nel fine settimana, lasciato il lavoro alle spalle, come gli Inglesi “si rifugia” nei Pub.

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Da quando mi trovo a Queenstown penso spesso all’Italia anche perché la maggior parte della clientela dove lavoro conosce la Lombardia per essere stati sul lago di Como. Secondo me la Comunità Montana e il Parco della Grigna hanno molte opportunità da poter sfruttare; in primo luogo dovrebbero avere un ufficio di informazione per tutta la Valsassina con mappe dei sentieri della valle, organizzare pacchetti con attività al lago e in montagna, avere a disposizione delle guide esperte, promuovere prodotti tipici locali… Sarebbe una grande opportunità  di lavoro per tante persone…

Sono tornato a casa due volte negli ultimi due anni e sono andato spesso a camminare ed ho notato la differenza tra Queenstown e la Valsassina. I sentieri e le piste ciclabili per mountainbike sono curati, sicuri e segnalati qui in NZ e non dalle nostre parti. Ho pure notato che in tanti boschi, dove sono stati tagliati gli alberi, il bosco non è stato pulito e ci sono rami e rametti dappertutto, pure nei sentieri dove passa la pista ciclabile. Anche la strada da Pasturo alla Coa, dove si paga il permesso per poter passare, necessiterebbe di una migliore manutenzione… (ma mi si dice che si stanno facendo in questi giorni alcuni interventi).

Questo mi fa molto pensare; forse sono uscito un po' dal tema ma vorrei tanto che la Valsassina venisse valorizzata come si merita e lo dico anche per rispondere ad alcune persone che mi chiedono: "Se dove vivi è come la Valsassina, perché non torni a casa?"

Ora sono più di due anni e mezzo che vivo a Queenstown mentre i miei amici Roberto e Filippo, dopo quasi tre anni, sono tornati in Italia. Qui è sempre un via vai di gente, qualcuno solo di passaggio mentre altri intendono rimanere per lunghi periodi anche se non è facile perché Queenstown è uno dei posti più cari della NZ e forse anche dell'Australia. In Nuova Zelanda guadagni meno che in Australia però riesci ad arrivare a fine mese senza troppe preoccupazioni e mettendo qualcosina da parte. Qualcuno pensa che siano uguali ma non è cosi su molte cose: clima, soldi, persone, etc. Sono comunque entrambi Paesi molto sicuri con persone oneste, entrambi danno più certezze per il futuro e per i giovani, cosa che secondo me l’Italia non dà…  Fra le cose che mi hanno più sorpreso ad esempio c’è il fatto che  passando per  le strade di campagna, davanti ai cancelli delle fattorie, sono esposti uova, frutta ed altri prodotti, un cartello con i prezzi e  una cassettina dove mettere i soldi; chi passa prende quello che vuole e lascia il dovuto e c’è una fiducia reciproca. Faccio fatica a pensare una simile cosa in Italia, anche per le leggi che ci sono per cui non puoi neanche vendere una bottiglia di latte e poi figurati se la gente si fida a lasciare i propri prodotti incustoditi pensando che ti lascino i soldi nella cassettina…

Vorrei tanto tornare a casa ma l'Italia adesso per me ha troppi punti negativi; avendo viaggiato  molto, conosciuto posti con più sicurezza e meno corruzione mi è sempre più difficile (pensate che in Nuova Zelanda si parla di un solo caso di corruzione nella storia); ovviamente poi, come ogni paese, ha anche i suoi lati negativi.

Per ora sono contento e fortunato di essere un emigrante che vuole conoscere e avere un  futuro più sicuro; bisogna ricordarsi che c'è chi emigra perché non ha scelta e non ha un futuro…



Un grazie per inviarmi sempre il Grinzone, che mi tiene sempre aggiornato, e per darmi anche la possibilità di farne parte con i miei racconti.

Un saluto a tutti, un saluto e ringraziamento speciale a tutto il Team Pasturo e a Davide Invernizzi che stanno facendo tanto per la valle e per i giovani… Un’emozione unica vedere la Zacup Live dalla Nuova Zelanda...

 

                                                                                                      Giordano Invernizzi

 

1 Il WHV per la Nuova Zelanda è un visto simile a quello dell'Australia con due piccole differenze: in AU puoi lavorare un anno però con un massimo di 6 mesi con la stessa azienda e se lavori 3 mesi in una fattoria o in un campo a raccogliere la frutta ottieni un secondo visto sempre di un anno; in NZ puoi lavorare un anno però con un massimo di 3 mesi con la stessa azienda e se lavori 3 mesi in una fattoria o in un campo a raccogliere la frutta ottieni solo un prolungamento di 3 mesi del visto in corso. 

                                                                     

 

IL GRINZONE n. 65