CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
I ragazzi delle Terze della Scuola Media di Cremeno, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, hanno realizzato un'installazione temporanea coordinati dalla docente di Educazione Artistica Rita Carlone.
Sabato 23 novembre è stata celebrata la giornata contro la violenza sulle donne.
Quando pensiamo a questa parola - violenza - ci vengono in mente pugni, schiaffi, forse persino immagini brutte che vediamo in TV. Ma in realtà la violenza non è solo fisica. A volte le parole possono fare male come uno schiaffo. Vi è mai successo che qualcuno vi dica qualcosa di cattivo e che quelle parole restino nella vostra testa, facendovi sentire piccoli o tristi? Immaginate di vivere così ogni giorno.
La violenza contro le donne non è solo una questione di uomini che picchiano. È anche ignorare, trattare male, urlare, controllare. Succede spesso dentro le case, nelle famiglie. E sapete qual è una delle cose più brutte? Che molte donne, per paura o vergogna, non ne parlano.
Allora, cosa possiamo fare noi? Prima di tutto, dobbiamo imparare a rispettare tutti, sempre. Non importa se siamo maschi o femmine, grandi o piccoli. Rispettare significa trattare gli altri come vorremmo essere trattati noi. Le parole sono potenti: usatele per costruire, mai per distruggere.
E ricordate: oggi parliamo di violenza sulle donne, ma il rispetto vale per tutti. Se impariamo a essere gentili e rispettosi fin da ora, il mondo sarà un posto migliore.
La lotta contro la violenza comincia da qui, da ciascuno di noi.
" PAROLE CHE APPASSISCONO"
Questo il titolo dell’installazione temporanea che abbiamo realizzato: vuole essere un grido contro la violenza psicologica, fisica e verbale che molte donne subiscono, spesso tra le mura domestiche.
Al centro dell'opera temporanea, un fragile vaso di cristallo ospita una rosa sfiorita, in parte incapace di sbocciare, che simboleggia una vita appassita, soffocata dal peso di parole che feriscono più di quanto si possa immaginare.
Intorno, frecce nere con scritte bianche incalzano violente verso la rosa, come fossero accuse o colpi invisibili. Ogni freccia porta incise frasi offensive, parole pesanti che non dovrebbero mai essere pronunciate.
Questa composizione circolare richiama l'inesorabilità di un attacco continuo: parole che avvelenano e distruggono. La rosa non è solo un fiore, è il simbolo di chi soffre in silenzio, testimone di come la violenza verbale possa lasciare ferite profonde, invisibili, ma devastanti.
Il messaggio è chiaro: le parole hanno un peso. Usarle con rispetto è il primo passo verso un mondo più giusto.
I ragazzi di 3^ Media con la loro insegnante di Ed. Artistica
IL GRINZONE n.89