UN RIFUGIO E LA SUA STORIA


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Un giorno, mentre stavo sfogliando i numeri arretrati del “Grinzone” rileggendo “Il Rifugio del cuore”, un articolo riguardante il Rifugio Brioschi, pubblicato sul n.41 (dicembre 2012), sono stato preso da un pizzico di nostalgia. Il Rifugio Brioschi è sempre stato il mio “rifugio del cuore” fin dalla prima volta che ci sono salito; avevo tredici anni quando il “Tognéto”, il nostro sacrestano, mi ha accompagnato con altri due ragazzi della mia stessa età; mi ricordo ancora le sue raccomandazioni: “Bisogna partì a bon’ora, per caminàa col frésch se no se ciàpa tutt el sol su la crapa”. Noi naturalmente gli abbiamo detto di sì; solo quando ci ha spiegato che “bon’ora” voleva dire alla cinque del mattino, siamo rimasti un po’ titubanti, forse in quel momento avremmo preferito rinunciare alla passeggiata per qualche ora in più di sonno; ma poi quanta soddisfazione, la ricordo ancora come una grande avventura.
Da allora tutti gli anni, durante le vacanze estive, ho sempre trovato la compagnia per fare almeno due o tre passeggiate in Grigna. Più avanti, negli anni 70, quando il rifugio venne gestito dal Dott. Sandro Esposito, per tutti il “Sandrone”, le salite al Brioschi erano diventate più frequenti sia d’estate che in inverno. Il mese di agosto mi fermavo sempre al Brioschi una decina di giorni per dare una mano, era veramente un bel periodo di ferie! Quando Sandro ha lasciato il rifugio, anch’io ho cominciato a frequentarlo molto meno ed ora mi accontento di guardarlo da lontano, ma la nostalgia rimane sempre tanta…
Spesso ripensando a quei tempi, mi sono reso conto di sapere poco riguardo la storia del rifugio, così grazie al web, ho trovato sul giornale “Lo Scarpone”, organo ufficiale del CAI, le tante notizie che mi interessavano, le ho riassunte e vi propongo una breve storia del rifugio Brioschi.
Il primo rifugio del CAI di Milano, venne inaugurato il 10 ottobre 1895, col nome di “Capanna Grigna Vetta” Era una piccola costruzione. “La pianta è rettangolare – veniva allora così descritta – di m. 10,80 per 5,10: i muri di m 0,60 di spessore sono pietrame del luogo (calcare dolomitico) e malta di calce dolce…”. Il rifugio sembra sia stato molto frequentato fin dall’inizio. Certamente non aveva una grande capienza, ma per quell’epoca faceva la sua funzione. Nel 1903 vi fu un primo ingrandimento: i locali da due divennero quattro. Probabilmente da allora cominciava a funzionare come rifugio con posti letto per dormire meno di fortuna e con servizio di ristoro: “Il rifugio offriva 25 posti letto e servizio di alberghetto dal 1 luglio a tutto settembre, nei giorni festivi e in quelli antecedenti e susseguenti i festivi si tiene servizio di osteria, per conto della sezione di Milano, da Bertarini Carlo, fu Santino, portatore di Esino. La tassa di ingresso al rifugio è di lire 1, il pernottamento di lire 2, i soci del CAI pagano il solo pernottamento in lire 1” . Nel 1926 vi fu un ulteriore ampliamento con l’aggiunta di una grande sala di soggiorno e della nuova cucina. “In questa occasione - dicono le cronache di allora, venne dedicato a Luigi Brioschi, ottantenne, felice di essere arrivato lassù a sella di un mulo, sulla nuova mulattiera da lui voluta”… Era il 10 ottobre 1926. Luigi Brioschi, facoltoso esponente della borghesia milanese, non lesinò finanziamenti al CAI di Milano a partire dalla costruzione del rifugio che porta il suo nome.
Durante la seconda guerra mondiale, nella notte del 1 novembre 1944, il gestore di allora Giovanni Agostoni, venne svegliato e prelevato dalla sua abitazione di Pasturo per condurre un gruppo delle SS al rifugio che era ritenuto, come gli altri della zona, un ricovero di partigiani.  Il rifugio fu  reso inservibile senza però arrivare alla sua distruzione. Questa avvenne non molti giorni dopo ad opera di repubblichini che salirono da Esino e distrussero ed incendiarono tutto per rappresaglia. Del rifugio non restarono che delle mura fumanti.
Passarono alcuni anni prima che il Brioschi venisse ricostruito. Il CAI di Milano aprì una sottoscrizione e con costanza riuscì a raggranellare i denari necessari. Grande animatore fu il ragionier Luigi Lucioni, che poi divenne ispettore del rifugio. Fece di tutto per poter far rinascere il rifugio, su progetto dell’arch. Abele Ciapparelli. Non si poteva non ricostruire il primo rifugio del CAI di Milano… Il rifugio venne ricostruito fra il 1947 e il 1948 ed inaugurato il 10 ottobre del 1948.
Nel 1995 a cento anni esatti dalla prima costruzione il rifugio subì ulteriori modifiche e miglioramenti. Venne allargata la cucina, rifatti e aumentati i servizi igienici all’interno, costruito un locale invernale e una nuova saletta, munita di camino; fatta pure una nuova stanza per il gestore e costruito al posto della vecchia legnaia un deposito zaini e spogliatoio. Il centenario del rifugio venne celebrato il 9 giugno del 1995 Quel giorno, una gran bella giornata, permise ad un migliaio di persone, come nelle precedenti feste di inaugurazione, di essere presenti e partecipare alle cerimonie. Era presente anche uno dei più famosi alpinisti di tutti i tempi, Riccardo Cassin, che iniziò la sua attività alpinistica proprio in Grigna.


                                                                                   Gigi Orlandi

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IL GRINZONE n.45