CHIESA DI SANT'ANDREA: intervento di restauro conservativo
Nei suoi Diari, il 10 settembre 1937, Antonia Pozzi scriveva: “La Chiesa del cimitero è proprio in disordine: quando potrò disporre del mio denaro lascerò qualche cosa perché l’aggiustino”.
Da un po’ di tempo anche la Parrocchia di Pasturo intendeva intervenire, a partire dalla sistemazione del tetto. I titolari delle Officine Melesi di Cortenova, venuti a conoscenza, hanno offerto un contributo che ha permesso alla Parrocchia la realizzazione dei lavori, affidandone il progetto, e tutte le procedure per ottenerne le previste autorizzazioni, all’architetto Nadia Prandi.
La Chiesa di Sant’Andrea di Pasturo è un immobile sottoposto a vincolo di tutela da parte del Ministero dei Beni Culturali ai sensi della Legge 42/2004, trattandosi di edificio religioso avente più di 70 anni. L’intervento eseguito è classificato come “Restauro e risanamento conservativo” ai sensi del DPR 380/2001 art. 3 comma 1 lettera c) ed ha riguardato il rifacimento del manto di copertura del corpo centrale della Chiesa, dell’abside e del campanile. Tale intervento era indispensabile viste le pessime condizioni dei coppi di copertura che causavano infiltrazioni di acqua nelle parti sottostanti, oltre a creare una situazione di estremo pericolo per la possibilità di caduta a terra del laterizio a seguito dello scivolamento dei coppi verso la gronda.
Le condizioni dei coppi, sia per quanto riguarda il canale che il coperchio, erano pessime, in buona parte i coperchi erano rotti, molto fragili e ricoperti da muschio. La quantità di coppi riutilizzabile era minima rispetto all’intera superficie della copertura, pertanto è stata ottenuta l’autorizzazione ad utilizzare i coppi in laterizio nuovi, sia canale che coperchio, scelti con cromatismo il più possibile simile agli esistenti e a quelli impiegati per la copertura delle vicine cappelle mortuarie.
Preliminarmente alla scelta dell’intervento da svolgere, era stata eseguita anche una verifica dello stato conservativo della struttura lignea del tetto, dalla quale era emersa la necessità di limitati interventi puntuali da realizzarsi con sostituzione di alcuni travetti ammalorati.

La prima fase propedeutica ai lavori ha previsto l’allestimento dell’area di cantiere con messa in sicurezza dell’intera area interessata dai lavori. Successivamente sono stati rimossi i canali di gronda e le scossaline in rame e accatastate per il riutilizzo. Si è passati quindi alla rimozione dei coppi con la relativa listellatura e ondulina sottocoppo. E' stata effettuata la cernita dei coppi riutilizzabili che sono stati accatastati e conservati a cura della Parrocchia. I coppi riutilizzabili sono risultati circa 1000, quantità davvero esigua rispetto ai 9000 coppi necessari a coprire l’intero tetto.
La struttura lignea portante del tetto era già stata raffazzonata in precedenti interventi, con inserimento di travetti lignei di forma regolare con funzione di sostegno. Sono ancora parzialmente presenti i travetti originari irregolari in castagno che, con i colmi di forma circolare irregolare hanno costituito negli anni la struttura portante del tetto.
Preventivamente alla posa dei coppi sono state realizzate le operazioni occorrenti per garantire un’esecuzione del lavoro a regola d’arte. Nel dettaglio si è posato l’assito a cui è stato fissato sopra il tessuto impermeabile traspirante per garantire la tenuta all’acqua. Infine si è proceduto con la posa del listello per il successivo aggancio dei coppi canale.
L’ultima fase ha interessato la posa dei coppi con funzione di coperchio. Contestualmente è stata riposizionata la lattoneria in rame con opportuni interventi di sigillatura.

Anche il campanile è stato interessato dalla sostituzione della copertura che era composta da una guaina catramata rivestita da un sottile foglio di rame. La nuova copertura è stata realizzata con lastra di rame applicata su un supporto ligneo fissato alla muratura. Questo intervento è molto evidente anche da lontano per la colorazione e la lucentezza del rame nuovo. In un arco temporale limitato il rame assumerà la classica colorazione scura dovuta all’ossidazione.
Nadia Prandi
IL GRINZONE n.86