LA VIA DEI FAGGI ROSSI

 

La via dei faggi rossi… forse la più bella via da percorrere per fare un giretto a piedi. Piacevole e rilassante, quieta ed ordinata è la via che unisce dall’alto l’abitato di Pasturo a quello di Baiedo.

Il passo procede caldo e sicuro anche se lo sguardo spazia altrove tanto il cammino è ben segnato da un filare di faggi imponenti che, con regolarità quasi geometrica, si intervallano innalzandosi dal ciglio della strada. Belli, maestosi, tutti posti alla medesima distanza, dalle folte chiome dal colore particolarissimo in ogni stagione dell’anno, sembrano prendere per mano Pasturo e unirlo a Baiedo. Impossibile non notarli.


Ma da quando ci sono questi faggi? Perché proprio lì e solo lì? A chi si deve il merito?
L’iniziativa parte da Roma il 27 dicembre 1923: una circolare detta ai Provveditorati agli Studi le norme per la costituzione di Parchi o Viali della Rimembranza, in ricordo dei caduti per la patria nella guerra 1914-1918 e in quella per la Libia. In osservanza a tale circolare saranno i podestà dei vari paesi a provvedervi mediante la costituzione di un apposito Comitato Esecutivo.

Le norme contenute nella citata circolare ministeriale descrivono passo dopo passo, in maniera molto accurata, come materialmente procedere alla realizzazione del viale. Esse iniziano stabilendo che, una volta aperte “alle dovute distanze, variabili secondo le specie di piante da allevarsi, le buche di 1 metro in quadro e profonde 1 metro “, si debba porre sul fondo calcinacci e pietrame a seconda della compattezza e umidità del terreno, prevedendo canaletti di scolo per l’acqua, prima di porre “uno strato di terra buona dello spessore di 10 cm, indi un poco di letame maturo con aggiunta di perfosfato (1 kg per buca)”. Proseguono dicendo che, prima di porre la piantina, si debba fissare a sostegno un paletto colorato in bianco “non più alto, da terra, del fusticino della piantina stessa fino al punto in cui hanno principio le ramificazioni”; quantifica addirittura i grammi di perfosfato e cenere viva di legna da addizionare al “buon terriccio vegetale” per ogni piantina e indica come ancorare la piantina al “paletto tutore” interponendo “un pezzo di canna di granoturco diviso a metà”. Ma non solo….”affinché i viali della rimembranza presentino un aspetto uniforme e caratteristico nelle diverse località d’Italia”, la circolare dà istruzione su come realizzare i ripari, ovviamente “in legno dai tre colori della bandiera nazionale”, stabilendo spessore, lunghezza e punti di contatto di ciascuno dei tre regoli di cui si deve comporre. Ai ripari dovrà essere posta anche una targhetta in ferro smaltato indicante grado, nome e cognome dei caduti, data e luogo di morte. Il Sottosegretario di Stato, nella circolare, fissa il prezzo a cui pagare letame, terriccio, perfosfato, cenere, piantina, sostegno, riparo e targhetta (prezzo variabile da 28 a 29 lire per ogni piantina), non prevede però le spese per “..apertura buca, trasporto pietrame e calcinacci, riempimento buca e collocamento piantina…- perché - ….confida che ai relativi lavori saprà provvedere la fraterna premura delle Associazioni dei Combattenti e dei Fasci di combattimento….. quanto alle piante ….è raccomandabile, data la scarsa disponibilità dei vivai demaniali, provvederle sul luogo mediante pubbliche sottoscrizioni od oblazioni”.
Tre mesi dopo la circolare (marzo 1923) il Provveditore agli Studi di Como dice di costatare “con soddisfazione che quasi in tutti i Comuni di questa Provincia procedono alacremente e con italianissimo fervore i lavori preparatori dei Viali della Rimembranza”.


A Pasturo si inizia nel 1927, quando l’allora podestà Cav. Ferdinando Merlo, in carica dal 1926 al 1932, stipula il “Contratto per la cessione di una striscia di terreno della larghezza di un metro lungo il ciglio della strada fra Pasturo e Baiedo”, cessione che i proprietari fanno proprio al fine di collocarvi le piante del Viale della Rimembranza.
I terreni interessati, in mappa di Pasturo appartengono a 6 diversi proprietari e in mappa di Baiedo a 7, tutti privati cittadini tranne i 10 m appartenenti al Comune di Baiedo, i 30 della Congregazione di Carità dei Poveri di Baiedo e i 34 della Parrocchia di Pasturo. Vengono ceduti complessivamente 490 mq di terreno per un compenso totale di 490 lire.
Il Podestà ritiene opportuno predisporre un unico Viale, visto che da lì a breve i comuni di Pasturo e Baiedo ne avrebbero formato uno solo e fa all’Ispettore Forestale un’unica richiesta di piante, “I morti da ricordare sono 38…- scrive nella richiesta - ….ma di piante me ne occorrono una cinquantina per averne alcune di riserva pronte a sostituire quelle che eventualmente non attecchissero”. Fra le varie specie di piante previste nella circolare ministeriale per l’Italia Settentrionale, egli sceglie di richiedere dei platani.
Una volta ricevute le piante, si procede secondo normativa con tanto di targhetta nominativa a memoria. Targhette rimosse nel 1937, anno in cui si opta per un’unica lapide commemorativa nella cappelletta lungo il viale.


Se la scelta di piantare i faggi anziché i platani sia stata casuale, dettata dalle circostanze o frutto del buon gusto dell’Ispettore Forestale non ci è noto, ciò che possiamo dire è che il tocco di colore che le chiome di questi faggi sanno dare al nostro paesaggio è formidabile, soprattutto in autunno.

                                                                                              

                                                                                                        Barbara  Tognolini


IL GRINZONE n.6