UN POETA DIALETTALE VALSASSINESE


Articolo scritto da Andrea Orlandi e pubblicato dalla rivista lecchese “All’ombra del Resegone” – maggio 1928.

Giovanni Doniselli, figlio di Giovan Battista e Massimilla De Dionigi, nacque a Pasturo in Valsassina il 7 agosto 1816 e vi morì a 76 anni il 4 giugno 1892. Di famiglia onesta ma povera, dovette accontentarsi della misera istruzione impartita nella scuola del patrio villaggio. Le condizioni economiche, la mancanza d’aiuto e di conforto, il sopraggiunto aggravio di numerosa figliolanza gli impedirono di mettere a partito l’intelligenza pronta e acuta; visse quindi nella modestia, sconosciuto e inosservato.

Imparò senza maestri l’agrimensura (professione analoga a quella del geometra o del perito edile), esercitandola con maggiore larghezza quando, a metà del 1800, in Valsassina, specialmente a Pasturo e Bajedo, si decise di vendere a privati, le proprietà comunali rustiche. Il Doniselli era solito ricorrere per la firma e la rappresentanza legale all’ingegnere Angelo Manzoni di Barzio, il quale, avendo riconosciuta singolare abilità e rara esattezza nei rilievi e nei conteggi dell’empirico professionista, ne faceva pubblicamente l’elogio, prestandogli di buon grado la propria fiducia piena e assoluta, senza riscontri né verifiche.

Era celebre a quei tempi l’ingegnere Giuseppe Bovara, lecchese, il geniale autore delle Chiese di Lecco, Annone Brianza, Valmadrera e Calolzio. Per analogia il Doniselli fu dai convalligiani satiricamente ribattezzato col nomignolo di Bovarino: il che, se diede pasto alla smania popolare per soprannomi, fu pure nel generale consenso il riconoscimento e la consacrazione dei suoi pregi.

Giovanni Doniselli non mancò di una certa vena poetica. Egli si sbizzarriva di quando in quando a cantare in uno stile dimesso e senza pretese, gli avvenimenti locali d’interesse pubblico, formando la delizia degli amici che convenivano la sera in qualche ritrovo a sentirne la lettura e farvi sopra le belle risate caratteristiche dei nostri vecchi. La lingua usata era una mescolanza del dialetto nativo con il milanese.

 

Io trascrissi accuratamente in fascicolo quelle sue composizioni che mi fu dato rinvenire quali sono al numero nove; reputando preciso dovere di buon cittadino raccomandare ai posteri anche la memoria delle minuscole glorie municipali; e ritengo fare cosa gradita pubblicandone qualche saggio.

Merita particolare menzione il composto che ha per titolo:

Bosinada sui pòver de Pastür
che habiten in dj cà coi rustegh mür,
composta da Giovanni Bovarin
per podè bev on quaj biccier de vin

dove si vede che il Doniselli sfoga la propria miseria.  

           

                                                                                                


IL GRINZONE n.6