I TESORI DELLA DORSALE OROBICA LECCHESE


La sera del 15 luglio a Pasturo, mescolati ai numerosi spettatori che hanno assistito alla proiezione del video “I tesori della DOL” di Carlo Limonta, c’erano molti dei protagonisti del documentario: pastori, rifugisti, Guide Alpine, accompagnatori di media montagna… Molti dei protagonisti del ”viaggio” organizzato dalla rivista Orobie lungo la Dorsale Orobica dal 3 al 7 luglio 2017 erano presenti in sala per testimoniare il loro supporto al progetto di rilancio del cammino della Dorsale Orobica Lecchese che il regista Limonta ha saputo descrivere con precisione e calore.

Che cos’è la DOL? L’idea di tracciare questo percorso nasce a metà degli anni novanta da un gruppetto di persone ed in particolare da Angelo Sala, giornalista e scrittore lecchese oggi purtroppo scomparso.

La neonata Provincia di Lecco e la Comunità Montana della Valsassina affidarono il lavoro all’ARF che poi diventerà ERSAF e l’iniziativa venne inserita nel Progetto Integrato Lario finanziato dalla Unione Europea. Nel ‘97 cominciarono gli interventi che portarono ad un itinerario escursionistico in sei tappe che porta da Colico a Valcava e alla costiera dell’Albenza. Venne segnalato il sentiero, collocati 33 cartelloni illustrativi, 120 frecce direzionali…



Principalmente sono tre i pilastri su cui fa leva la DOL:

-  la storia: con le fortificazioni della Linea Cadorna, i secolari insediamenti umani e la riscoperta di antiche vie di comunicazione; 
-  le miniere: ferro e altri minerali sono stati estratti per millenni dalle montagne della DOL e ancora oggi rimangono testimonianze significative del loro uso;
-  gli alpeggi e l’arte casearia: Varrone, Biandino, Bobbio, Artavaggio, Maesimo, Costa di Palio, Valle Imagna, sono solo alcuni dei luoghi dove da centinaia d’anni si producono formaggi che hanno conquistato le tavole di mezzo mondo.

Purtroppo, probabilmente a causa di un piano di comunicazione insufficiente e della scarsa opera di manutenzione, il percorso non ha avuto la frequentazione sperata e alcuni tratti (soprattutto nelle tappe che portano dalla Bocchetta di Trona al monte Legnone) sono divenuti difficilmente individuabili e percorribili.

La DOL meritava una sorte migliore ed un rilancio. Da qui l’idea di prolungarla e far conoscere una variante che parte dalla stazione ferroviaria di Bergamo e, passando da Città Alta e dal Parco dei Colli di Bergamo, raggiunge il Santuario di Sombreno per poi scendere ad Almenno, dando la possibilità di visitare il santuario romanico di San Tomé, per poi salire al monte Linzone, proseguire per Valcava, il Pertüs, il Monte Ocone, le cime delle Corna Camozzere e raccordarsi, dopo la Passata, con l’inconfondibile profilo del Resegone. Da lì la “nuova DOL” continua sulle montagne Valsassinesi sfiorando il Pizzo dei Tre Signori per poi scendere dalla Bocchetta di Trona alla stazione di Morbegno attraverso la Val Gerola per un cammino che coincide con un tratto della via del Bitto (dalla Bocchetta di Trona a Gerola Alta e poi a Morbegno).


       


Si tratta di uno straordinario e facile cammino che porta dalle chiese romaniche di Almenno fino alla Val Gerola e a Morbegno o a Colico e che offre un impareggiabile panorama sulla pianura, sull’arco alpino e i primi rilievi appenninici.

La D.O.L. offre all’escursionista la possibilità di percorrere un facile cammino se, dalla Bocchetta di Trona, si sceglie di scendere in Val Gerola oppure di affrontare un percorso più impegnativo se si vuole raggiungere Premana e Colico.

Va immaginata come un fiume che scorre alto sopra le nostre teste raggiunto da sentieri che salgono da vallate ricche di storia e tradizioni: Val San Martino, Valle Imagna, Valsassina, Val Taleggio, Valvarrone, Val Gerola e Valtellina.



 

A questo va aggiunta la bellezza del paesaggio, la presenza costante di fauna e flora che accompagnano i camminatori lungo gran parte del percorso…

Tutte queste caratteristiche fanno della DOL un percorso affascinante, facile, sicuro e capace di attrarre e soddisfare gli abitanti della vasta area metropolitana milanese. La sua prossimità alla pianura, la facilità degli accessi possibili, potrà attrarre sia gli escursionisti italiani sia quelli provenienti dagli altri paesi europei.

Gli applausi alla fine della proiezione hanno dimostrato che il video di Carlo Limonta ha saputo presentare i “Tesori” e i testimoni del cammino come una ricchezza comune, quasi un filo capace di cucire il territorio e di aiutare a crescere la consapevolezza di far parte di vallate ricche di una storia comune e, speriamo, di un futuro da condividere.

 

                                                                                                        Ruggero Meles

 

 

IL GRINZONE n.69