IL RISCATTO

 

Sole o acqua, caldo o freddo non importa, Michele passava spesso davanti casa di corsa con il suo passo leggero ed elegante; anche mio papà, che le fatiche per la corsa non le ha mai molto condivise, diceva sempre “Se l’ viagia quel tos lì… và s’el cor ben”. Altre volte invece lo vedevo allenarsi “su e giù” lungo la salita del cimitero: a guardarlo sembrava pure una cosa facile, sembrava…
Successivamente, però, ho iniziato a vederlo sempre meno, più nessuno striscione appeso per il paese, lo incrociavo solo qualche volta in biciletta e poi più: un problema fisico l’ha costretto a fermarsi per le cure e a lasciare cosi nel cassetto la canotta dell’Aeronautica, gruppo sportivo di cui fa parte. Si è trattato di uno stop lungo, troppo lungo, durato fino a non molto tempo fa, stop decisamente archiviato quest’estate quando Michele ha conquistato un risultato di gran prestigio.

 


Michele raccontaci un po’ di questa super prestazione?

Il 15 luglio 2017 a Ninove in Belgio, dopo quattro anni difficili, ho riscritto il mio miglior tempo sui 5000 metri piani e finalmente sono riuscito a scendere sotto il fatidico muro dei 14 minuti, quattro anni dopo l'ultima volta in cui ero riuscito ad ottenere il mio personale ed altrettanti anni in cui non gareggiavo a questo livello. Purtroppo nel momento migliore della mia carriera un brutto infortunio ad entrambi i tendini d'Achille mi ha costretto a fermarmi ai box e l'unica via di uscita è stata l'intervento chirurgico. Dopo una lunga riabilitazione finalmente, nel maggio 2016, ho ripreso con i primi passi di corsa ma, prima di ripresentarmi sulla linea di partenza ed indossare un pettorale, ho dovuto aspettare parecchi mesi.

 

Com’è stato il rientro alle gare dopo così tanto tempo?

Sono rientrato a dicembre 2016 quando ho partecipato a Fiumicino ad una gara di 10 km in cui sono giunto quinto, ma il risultato in quel momento non era importante, lo era invece indossare di nuovo un numero e una canotta da gara. Con il passare del tempo le sensazioni erano sempre più positive, sia in allenamento sia in gara, e la prima vittoria è arrivata nei campionati regionali di cross a Roma quando sono finalmente riuscito a salire sul gradino più alto del podio. Da quel momento ho partecipato ad una serie di gare con più o meno fortuna poi finalmente, a maggio 2017, il ritorno in pista: ho partecipato ai campionati italiani sui 5000 a Trieste giungendo nono in una gara che mi ha lasciato l'amaro in bocca perché sapevo di poter fare meglio; cosi, con molta voglia di rifarmi, al meeting di Nembro dell'8 luglio sui 3000 ho strappato un ottimo crono di 8.09, risultato che mi ha convinto ad andare in Belgio e partecipare ad un meeting internazionale sui 5000 metri, la mia distanza, ma senza obiettivi riguardo al risultato.

 

Per fortuna non era importante il risultato, hai fatto il tuo miglior tempo…

Ero felice di esserci, di essere finalmente tornato a fare ciò che più amo in assoluto, volevo correre.
Avevo la testa libera, finalmente le gambe giravano e lo facevano come non mai, tenevo sotto controllo il ritmo, non conoscevo molto i miei avversari ma proprio questo mi ha spinto probabilmente a dare il massimo senza risparmiarmi; all'ultimo giro guardando il cronometro mi sono accorto che chiudendo forte, avrei potuto abbattere il muro dei 14' e così è stato: il cronometro si è fermato su 13.58.

 

Grande! Chissà che emozione! Ma immagino che i quattro anni precedenti non siano stati per nulla facili… Come li hai affrontati?

Sono stati anni davvero difficili, spesso sono stato ad un passo dal dire basta con la corsa, ma ho avuto la fortuna di avere la mia fidanzata Valeria, il mio allenatore e la mia famiglia e tanti amici compresi i medici e terapisti sempre al mio fianco. Ora mi tengo stretta la mia seconda opportunità, sono fortunato e privilegiato perché faccio della mia passione il mio lavoro e non potrei mai chiedere di più. Ho la testa verso nuovi obiettivi: vorrei tornare ad indossare quella maglia azzurra che mi manca da tanto, troppo tempo!

Grazie a tutte le persone di Pasturo che, con semplici parole e incitamenti, mi hanno visto crescere e mi hanno fatto sentire speciale!

 

Ad un grande atleta come Michele e alla sua ragazza Valeria, anche lei fortissima campionessa, un super “In bocca al lupo”!

                             

                                                                                                   Arianna

 

IL GRINZONE n. 60