LA MAFIA E' COSA NOSTRA

 

“La mafia uccide; il silenzio pure”.

Questa semplice frase di Peppino Impastato racchiude tutti gli ideali che sono stati trasmessi ai ragazzi delle classi terze del Comprensivo di Cremeno durante il progetto “legalità”, che ha raggiunto il culmine con la visita di istruzione in Sicilia e Calabria.



La visita si è svolta dal 17 al 21 marzo grazie alla collaborazione con l’associazione Libera di Lecco e il g(i)usto di viaggiare di Palermo e ha avuto come meta principale i luoghi che raccontano fatti e avvenimenti legati alla mafia e a chi ha combattuto contro di essa.

Il viaggio in aereo è stato, sicuramente per alcuni alunni, una novità che li ha elettrizzati non poco.

Appena arrivati i ragazzi hanno visto la stele, posta sull’autostrada che collega l’aeroporto ex Punta Raisi a Palermo, che ricorda la data della strage di Capaci: il 23 maggio 1992 il magistrato Giovanni Falcone è stato assassinato insieme alla sua scorta con 500 kg di tritolo; sempre nello stesso pomeriggio si sono recati in via d’Amelio, presso l’albero Borsellino, dove il 19 luglio dello stesso anno il magistrato fu assassinato con un’auto bomba riempita di tritolo.

Il giorno successivo, particolare emozione ha suscitato nei ragazzi la visita al memoriale di Portella della Ginestra dove, il primo maggio 1947, il bandito Giuliano e la sua banda hanno compiuto la prima strage a stampo mafioso, sparando sulla folla che si era radunata per festeggiare la Festa del Lavoro. Nello stesso giorno i ragazzi si sono spostati poi nell’agriturismo “Terre Libere”, sorto su un bene confiscato a Giovanni Brusca.

Oltre ai “luoghi della memoria” i ragazzi hanno visitato numerosi luoghi artistici che nel 2015 sono stati dichiarati Patrimonio dell'Umanità e posti sotto la tutela dell'UNESCO.

A Palermo hanno suscitato molta ammirazione la Cappella Palatina dei Santi Apostoli Pietro e Paolo inserita nel notevole complesso del Palazzo dei Normanni; la Cattedrale della Santa Vergine Maria Assunta, nota semplicemente come cattedrale di Palermo che accoglie le spoglie mortali del sacerdote Don Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come Padre Pino Puglisi o 3P, un presbitero italiano, ucciso da Cosa Nostra il giorno del suo 56º compleanno a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale. 

In una Cappella, a lei dedicata, posta nell'abside minore del transetto destro, c’è la patrona della città, Santa Rosalia.

Qualcuno ha definito il Duomo di Monreale il tempio più bello del mondo, uno tra i più begli esempi di come l’arte riesca ad entrare in sintonia con il cuore dell’uomo”. I ragazzi con il naso all’insù hanno seguito le parole della guida che spiegava e mostrava i circa 6400 metri quadrati di mosaico che ne ricoprono la superficie e che sono una rappresentazione artistica della Bibbia; i 130 quadri che raccontano le storie del Vecchio Testamento e la Vita di Cristo, fino alla gloriosa rappresentazione, all’interno dell’abside centrale, del grande Pantocrator (l’Onnipotente)  splendente nel suo sfondo dorato.

Per concludere la giornata artistico – architettonica la guida, che ha accompagnato i ragazzi per i tre giorni di permanenza a Palermo, ha mostrato il Chiostro di Monreale, sicuramente uno stupendo esempio di architettura bizantina della fine del XII secolo che ha lasciato i ragazzi senza parole per la sua bellezza. La costruzione a pianta quadrata è incorniciata da un portico; gli archi poggiano su 114 coppie di colonne particolarissime per ricchezza e varietà della decorazione. Molte colonne presentano decorazioni di chiara ispirazione orientale mentre altre sono caratterizzate da intarsi ed arabeschi Questa costruzione di impronta chiaramente araba, racchiude al suo interno una meravigliosa fontana con vasca circolare, al centro della quale l’acqua fuoriesce da una colonna abilmente intagliata a forma di fusto di palma stilizzato.

Un vero bagno di cultura, e che cultura!!!!!

I ragazzi però hanno avuto anche modo di divertirsi; infatti, la domenica pomeriggio, il 19, si sono spostati nella vicina Calabria, l’emozione del traghetto e del panorama che li circondava ha reso il tragitto meno noioso.

Appena arrivati hanno visitato il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria o Museo nazionale della Magna Grecia, dove hanno potuto ammirare i famosi Bronzi di Riace, imponenti nella loro maestosità.

Il giorno successivo, di prima mattina: passeggiata sul lungo mare, il chilometro più bello d’Italia, circa 1,7 km da piazza Indipendenza a piazza Garibaldi.

La giornata era splendida, il clima anche, lì i ragazzi hanno visto i resti delle Terme romane e il Cippo che venne eretto nel punto dove sbarcò Vittorio Emanuele III, il 31 luglio 1900, acclamato dalla popolazione reggina come nuovo Re d'Italia, dopo la morte del padre, Umberto I.

Il pomeriggio tutti in spiaggia, divertimento e svago assicurato!

Il punto focale della gita è stato sicuramente l’ultimo giorno a Locri, il 21 marzo, la partecipazione alla 22esima giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Questo appuntamento è stato preparato nei minimi particolari in classe, attraverso momenti in cui gli studenti si sono confrontati, informati, preparati, hanno discusso su cosa voglia dire vivere la legalità e rispettare il valore delle regole come strumento di libertà propria e degli altri per una vera convivenza civile.

I ragazzi hanno partecipato insieme a migliaia di studenti, provenienti da tutta Italia, al corteo contro la mafia che ha animato e colorato le vie di Locri. Per i ragazzi è stata sicuramente un’esperienza fantastica e molto emozionante, come pure coinvolgente è stato il momento in piazza quando il presidente dell’associazione Libera, Don Luigi Ciotti, insieme ad alcuni rappresentati dell’associazione, hanno letto i nomi di vittime innocenti della mafia

La commozione in alcuni momenti era visibile sul volto dei ragazzi.

Molte sono state le parole, le frasi che hanno dato un significato concreto a questa manifestazione, quella che forse rende ragione della presenza di un numero così rilevante di persone è: “L’indifferenza, l’anestesia delle coscienze, la rassegnazione, la delega è inaccettabile, è necessario risvegliarci. Ma indignarsi non basta più: occorre darsi da fare. Nella consapevolezza che l’impegno è, con la relazione, l’essenza di una vita libera. E che il primo compito che la vita ci affida è quello d’impegnarci per chi ancora libero non è».   

Questa non è stata semplicemente la gita di terza media, è stata un’esperienza di vita.

 

Testo e foto a cura dei ragazzi di III media (ICS Cremeno).


IL GRINZONE n. 59