IL CIELO IN ME


43 cielo in me5Per quattro giorni, da giovedì 13 a domenica 16 giugno, Pasturo si è trasformato in un set cinematografico per le riprese del film «Il cielo in me», progetto dei registi lecchesi Sabrina Bonaiti e Marco Ongania, sulla figura e l’opera di Antonia Pozzi, la poetessa milanese che amava ritagliarsi momenti di libertà in montagna, abbandonando volentieri i vestiti borghesi e le abitudini cittadine per ritrovare la pace e la bellezza nelle braccia delle sue “mamme montagne”.

Attraverso le sue poesie e le immagini da lei scattate, i due registi stanno ricostruendo anche il suo particolare rapporto con Pasturo, dove Antonia arrivò ancora bambina quando, nel 1917 (lei era nata nel 1912), il papà acquistò la casa che ancora oggi ne custodisce lo studio, la biblioteca e tanti degli oggetti a lei cari, e da lei accumulati anno dopo anno nei suoi lunghi soggiorni ai piedi della Grigna, fino al 1938, anno della sua morte. 

43 cielo in me1Il film racconterà anche il suo rapporto con la gente semplice di montagna. Ed è stata proprio la gente di Pasturo la protagonista del cast, affiancando nelle varie scene l’attrice Erica Redaelli (di Costa Masnaga) che interpreta Antonia Pozzi.
Lo hanno fatto, donne uomini e bambini che hanno accettato con grande entusiasmo di partecipare a questa avventura, animando in particolare le scene che Antonia Pozzi ha fissato nelle sue fotografie oppure nelle pagine delle sue lettere e dei suoi diari: i contadini al lavoro nei campi e nelle cascine (alcune rimaste identiche alle fotografie scattate da Antonia negli anni trenta), le donne al lavatoio, i bambini incuriositi da questa “forestiera” che si interessava di loro e ne condivideva i semplici giochi. Isabella Di Giuda ha interpretato Antonia Pozzi bambina, Anna Orlandi e Sara Manzoni hanno invece interpretato le sorelline Lucia e Sandra Castelletti che furono le sue compagne di gioco.

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È stata naturalmente la casa Pozzi l’epicentro delle riprese, che hannocoinvolto, oltre Pasturo, anche Barzio per lo spettacolo della Grigna settentrionale, e il vecchio nucleo di Vimogno di Primaluna. Davanti all’antica osteria Italia – dove l’intera troupe ha goduto anche dell’ospitalità grazie a Vania – è stata protagonista, come è successo anche nel cortile e nel tratto di strada davanti a casa Pozzi a Pasturo, anche una rombante e rossofiammante Alfa Romeo 6 cilindri, 1750 gtc (gran turismo compressore), modello cabriolet royal della carrozzeria italiana Cesare Sala. Realizzata nel 1932 è una della manciata di superstiti, al mondo, di un modello che l’Alfa Romeo ha realizzato in 194 esemplari tra il 1929 e il 1933. Uno di questi esemplari appartenne all’avvocato Roberto Pozzi e a Pasturo i più anziani ricordano ancora quell’automobile.

43 cielo in me2Sull’Alfa Romeo, di proprietà di Renato Perucchini, origini bergamasche ma dagli anni cinquanta residente in Svizzera, hanno preso posto, a seconda delle scene, oltre alle tre bambine citate e all’autista Luigi, interpretato da Adolfo Manzoni, i genitori di Antonia Pozzi, il papà Roberto interpretato da Demetrio Locatelli, e la mamma, donna Lina, interpretata da Antonella Villa. La figura dolcissima della nonna Nena è stata interpreta da Mariassunta Orlandi. Un casting quasi tutto di gente di Pasturo, grazie alla collaborazione che i due registi hanno trovato in Gigi Orlandi e in Renato Castelletti, quest’ultimo anche appassionato collezionista di cose vecchie, attrezzi e suppellettili di uso quotidiano che si sono rivelate importanti in alcune scene. Sono gli stessi attrezzi e le stesse suppellettili nelle mani delle persone di Pasturo fotografate da Antonia Pozzi.

Tanti bambini di Pasturo i protagonisti delle riprese in cui i due registi hanno cercato di raccontare lo sguardo di tenerezza di Antonia verso i bambini stessi che sono un tema ricorrente nelle fotografie della Pozzi, per la loro semplicità e naturalezza: Matteo e Federico Arrigoni, Mattia e Tommaso Galbani, Alessia e Federico Santi, Marco Gianola, Alessia Locatelli, Lorenzo Bax, Simone Manzoni, Valentina Arrigoni e Beatrice Spada.

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A loro si sono aggiunti anche gli adulti con Carlo Civilini nel ruolo del venditore di pentole, Camilla Bergamini l’acquirente delle pentole, Marisa e Renato Castelletti i venditori di giocattoli, Gianni Orlandi il postino, Angelo Ticozzi contadino, Regina Brusadelli contadina, Alessandra Ticozzi pulitrice di pentole, Mariangela Invernizzi lavandaia, Gigi Orlandi contadino, Marilisa Anghileri e Marina Ruthhiwcapie filatrici, Giacomo Ghezzi, Bortolo Selva, Carla Brizzolari e Marina Tudino venditori di frutta.

Oltre a chi ha interpretato scene davanti alla macchina da presa anche chi ha collaborato in tanti altri modi, da Massimo Orlandi che ha risolto centomila problemi piccoli e grandi a Angelo Ticozzi e Lele Monticelli che hanno messo a disposizione le loro cascine,  da Angelo Pio e Pietro Doniselli che hanno permesso di effettuare le riprese nella loro corte e davanti al loro portone in via Cantellone, a Debora e Rosi Orlandi del negozio di frutta “Il Portico” di Pasturo che hanno offerto la frutta, a Mariella Riva e Fausto Bergamini per le riprese e l’ospitalità nella loro corte, dai vigili dell’Unione Centro Valsassina ai supervisori Davide Frontini e Gianmaria Calvetti, dalla parrucchiera Olga Maresi alla truccatrice Daniela Melis, fino al sindaco di Pasturo, Guido Agostoni, che tanto ha fatto per le riprese perché bene ha colto come in questo film riviva il paese di Pasturo amato, cantato nelle poesie e tanto vivo nelle fotografie di Antonia Pozzi.

                      

                                                                                                 Angelo Sala

 

IL GRINZONE n.43