A me gli occhi



Quelli della mia generazione sono diventati grandi a “pane e fumetti”, scontando i rimbrotti di genitori ed insegnanti, che ci accusavano di essere dei perdigiorno.

Ciascuno di noi aveva le proprie preferenze ed i propri eroi, nei quali identificarsi.

Allora i fumetti non godevano di una grande considerazione, in particolare tra gli intellettuali, che li ritenevano, nel giudizio più benevolo, bassa letteratura di puro divertimento.

Saranno alcuni studiosi, come Oreste del Buono ed Umberto Eco, a restituire al fumetto una specifica dignità.

Nei miei ricordi spiccano in particolare due giornaletti: “Il Vittorioso” ed “Il Corriere dei Piccoli”; da più grandicello, Linus, con storie e personaggi ancora impressi vividamente nella mia memoria.

Quanto sopra, per presentare un libro particolare: “A me gli occhi” di Altan, fumettista, disegnatore, sceneggiatore e vignettista per La Repubblica e L’Espresso.

Il volume raccoglie 190 vignette, frutto di una scelta autonoma dell’autore ed ordinate, sempre dall’autore, in dodici sezioni; i personaggi che vi compaiono siamo noi stessi, oggi, con i nostri problemi, le nostre paure, le nostre miserie, le nostre fisime, le nostre meschinità, insomma con la nostra vita.

Ad Altan bastano poche parole, ma accuratamente scelte, ed un tratto di disegno essenziale, per plasmare immagini nitide e potenti che, senza falsi moralismi e con un’ironia terapeutica, spesso ci fanno ingoiare bocconi amari. Di questo, con Umberto Eco, lo dobbiamo ringraziare.


                                                                                                                       Carlo Amanti

 

Indicazioni bibliografiche:

Altan, A me gli occhi. Lo sguardo di Altan per capire chi siamo, Salani editore.

 

 IL GRINZONE n. 77