IL NOVELLO PRETE DON PAOLO INVERNIZZI

 

Sono don Paolo Invernizzi, classe 1992 e ho appena ricevuto l’Ordinazione Presbiterale l’8 giugno in Duomo a Milano. Anche se fieramente barziese, vanto sangue per metà pasturese.

La mia vocazione, come quella di ognuno, ha origini profonde, anche se nascoste. In famiglia sono stato educato alla fede. Anche quando da piccolo passavo il weekend da mia nonna Vittoria Camesaschi, a Pasturo, non mancavamo mai la Messa domenicale celebrata da don Leone.



Sono sempre stato molto attivo nella mia parrocchia, soprattutto nei servizi liturgici, al catechismo ed all’oratorio. In particolare sono stato attratto dall’ambito educativo, motivo per cui mi sono sempre trovato a mio agio nel ruolo di animatore e di educatore. Tutte queste esperienze mi hanno portato, passo passo, a scoprire una Chiesa fatta di volti, che lasciavano trasparire un altro volto: quello di Gesù. Nel mio cammino prima dell’ingresso in seminario, ho avuto la fortuna di incontrare molte persone, specialmente un sacerdote (don Alfredo) ed una consacrata (suor Patrizia), che mi hanno limpidamente mostrato che “vale la pena donare la propria vita a Dio”.

Sapevo che il Signore mi stava chiamando a qualcosa, ma ancora non sapevo cosa. Nel frattempo stavo frequentando all’università la facoltà di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche in Statale.

Durante il secondo anno ho frequentato un cammino vocazionale diocesano: il Gruppo Samuele. Tale percorso mi è stato suggerito da un’altra religiosa presente a Barzio (suor Lidia), e prevedeva la durata di un anno. Tramite un incontro al mese, quest’ “invenzione” del cardinal Martini forniva gli strumenti per un buon discernimento della propria vocazione, qualunque essa fosse, non necessariamente quella sacerdotale. Così, con l’aiuto dell’équipe del Gruppo ed in particolare della mia guida spirituale, mi sono interrogato su quale fosse la mia strada. Per la prima volta ho preso in reale considerazione l’idea del sacerdozio. Ho capito che probabilmente avrei dovuto “donare la vita a Dio” non nel matrimonio, ma in una particolare consacrazione. E’ così che nell’estate del 2013 ho annunciato il mio ingresso in seminario e ho iniziato la residenza il 19 settembre dello stesso anno.

Oggi ho dunque concluso la mia permanenza in seminario. Sono molto contento della mia scelta, confermato nella preghiera e dai numerosissimi incontri che questo cammino mi ha gratuitamente regalato. Sono stati sei anni intensi in cui non sono mancati momenti di prova e di fatica ma che sono tutti serviti ad una mia maggiore maturazione. Grazie al seminario ho inoltre potuto conoscere numerose altre realtà parrocchiali ed oratoriane, dal Varesotto al Forese, dalla Brianza alle periferie della metropoli.

All’inizio del sesto anno sono stato ordinato Diacono e destinato alle parrocchie di Arluno e Casorezzo (MI). Queste sono ora le parrocchie in cui rimango da prete. L’anno trascorso come Diacono è stato molto ricco di emozioni. Basti pensare che per ben due volte ho avuto l’occasione di incontrare personalmente papa Francesco. Ma al di là dei “grandi” della Chiesa, sto imparando a conoscere, apprezzare ed accompagnare i miei nuovi parrocchiani arlunesi e casorezzesi.

La mia classe di seminario, in preparazione alle Ordinazioni, ha scelto questo motto: Siate lieti nella speranza, tratta dal capitolo 12 della Lettera ai Romani di san Paolo. Essere nella gioia a motivo della presenza del Signore Risorto, che è la nostra Speranza. Questo è il mio augurio per tutti i lettori e per tutti gli anni di ministero che ora mi attendono!

 

                                                                              don Paolo 


IL GRINZONE n. 67