SPORT ESTATE 2020

 

Sport Estate 2020 è un'iniziativa di EVO (Experience Valsassina Outdoor) rivolta a residenti e villeggianti,  realizzata nel contesto del progetto C.I.M.E. (co-finanziato da Regione Lombardia e Fondazione Cariplo), al quale anche il Comune di Pasturo ha formalmente dato il proprio sostegno. All'iniziativa hanno partecipato le società sportive Hidamora (parkour) e Sbanda Brianza (skate board). L’attività di Sport Estate ha coperto le 8 settimane di luglio e agosto 2020, durante le quali i partecipanti hanno praticato diverse discipline sportive, a livello non agonistico ma esclusivamente socio-aggregativo: dalla semplice passeggiata sui monti alla spiaggia del lago, dall’arrampicata allo skate-board e al parkour…
In totale si sono iscritti poco meno di duecento minori tra i 5 e i 14 anni, e hanno prestato servizio venti collaboratori tra cui Davide Bellelli (ideatore e organizzatore di Sport Estate), diversi addetti di EVO ssdrl e alcuni preziosi genitori, ma soprattutto 15 adolescenti volontari in qualità di animatori. Partecipanti e volontari provenivano per due terzi da Pasturo e dall'intera Valsassina, il rimanente terzo era composto da villeggianti di svariata provenienza. Ragazzi valligiani, brianzoli, metropolitani si sono ritrovati insieme per diverse settimane, stringendo spesso nuove amicizie.




Caro Grinzone,

quando mi hai chiesto di raccontarTi cos'è successo a Pasturo quest'estate - devo ammetterlo - ho istantaneamente ceduto alle sirene della lusinga e dell'auto-incensazione. Un “successo”, quando si presenta, lo si riconosce volentieri e, pagati i dovuti tributi a chiunque lo abbia reso possibile, ci si abbandona al diletto dell'encomio e magari al lusso del panegirico.

Ma questa volta è diverso. Sì, è andata bene. Sì, siamo stati bravi (seppur con diversi 'nei’…). Sì, nessuno se lo sarebbe aspettato. Ma, ripeto, questa volta è diverso. Lascio che siano le immagini a raccontare ciò che le parole comunque non riuscirebbero a dire, oppure ciò che richiederebbe sinceramente ben altra favella di quella misera di cui dispongo senza scadere nello scontato e nel retorico. Quindi caro Grinzone, visto che il Tuo lettore è comunque di età per lo più adulta, Ti riferisco cosa mi bolle or ora in animo - e pur mi turba.

Da quel 6 luglio sono trascorse otto settimane in cui, un po' in barba alla malsanissima e deleteria ipocondria che tutti ci ha pervaso, mi sono follemente accollato l'onere (rendendomene conto in corso d'opera) di aprire le gabbie e sottrarre alla cattività quasi duecento cuccioli di sapiens sapiens piuttosto “conciati” e ancora ben intontiti dai più pericolosi degli stupefacenti: la sfiducia e la diffidenza.

Ora, caro Grinzone, io reo confesso di rimessa in libertà di specie ingabbiate per legge, mi chiedo: come facciamo noi adulti - genitori, insegnanti, educatori in generale - a non accorgerci di cosa è stato fatto a questi cuccioli e cosa rischiamo di fare nuovamente di qui a breve? Ci rendiamo conto che il sapiens sapiens è una specie relazionale, un animale sociale, una bestia che vive in branchi e da sola muore? E ci rendiamo conto che è puro autolesionismo ingabbiare i cuccioli per preservare gli anziani del branco?

In otto settimane di assembramenti, commistione di provenienze, rimescolamento di ceppi famigliari non è successo nulla. Nulla. Mi auguro che nei mesi di potenziale follia che stanno nuovamente di fronte ai nostri piccoli, il ricordo della Libertà e della Normalità (!) infantile e preadolescenziale di cui hanno goduto li aiuti a tirare avanti. Spero anche che facciano dannare, ma veramente dannare, quegli adulti zelanti e pedissequi nell'immascherarli e implotonarli nella demenzialità legalista che li sacrifica senza scrupoli sull'altare della pubblica incapacità di tutelare la salute di chi deve essere tutelato. Chi si ammala venga protetto, ma la vita deve proseguire: per proteggere le piante dai parassiti ci mettiamo a tagliare i boccioli?

Sono anch'io genitore e se una legge ammalora mio figlio, non posso tacere. È indecente solo pensare di privare questi bambini e ragazzi della loro normalità - a partire dall'istruzione quotidiana assieme ai loro compagni.

Perdonami Grinzone, ma altro proprio non ti dico: guardati le immagini e augurati con me che tutte queste piccole birbe possano continuare a fare il loro mestiere di rompiscatole nei mesi a venire, con la stessa salutare, salvifica e meravigliosa naturalezza con cui hanno rotto le scatole a me quest'estate. 

Grazie bimbe, ragazzi e animatori per le notti insonni che mi avete fatto passare, e per tutte le volte che mi avete fatto perdere le staffe; vi devo una inattesa “botta di vita”. Ho avuto un'infanzia e un'adolescenza fortunatamente migliore della vostra: senza mascherina, senza telefono, senza gps che mi rintracciasse, senza adulti nei paraggi, senza reality shows culinari, senza social networks, senza manie di moda o tecnologia, e - per fortuna, per quanto mi hanno insegnato - correndo rischi oggettivamente ben maggiori di quelli da cui noi adulti oggi vi costringiamo a proteggervi.

Ho tentato perciò di farvi assaggiare un po' della libertà e della curiosità di cui ho goduto io, a voi sconosciuta. Libertà e curiosità che quando sarete grandi faranno rima con valori e qualità positive, non certo con smartphone, tecnologia, mascherina o distanziamento, e ancor meno con paura del prossimo (al riguardo - mi sia cristianamente concesso - Madre Teresa di Calcutta gli ammalati se li portava a casa; non ricordo però sue fotografie in mascherina o dietro al plexiglas ...).

Per concludere vorrei menzionare alcune persone che hanno affiancato il sottoscritto in fase di 'parto' della proposta e - soprattutto - che con monastica pazienza lo hanno supportato e assistito durante tutta questa imprevista avventura: Massimiliano, Massimo, Adriano, Elena, Cristian. Senza di loro non si sarebbe fatto nulla. L'ultimo grazie, sincero e indispensabile, alle famiglie: senza la loro fiducia nessuno di noi avrebbe combinato alcunché.

 

                                                                                          Davide Bellelli


IL GRINZONE n.72