Doppio sogno


 

“Doppio sogno” di Arthur Schnitzler, pubblicato nel 1926, rimane, nonostante le ridotte dimensioni (un centinaio di pagine), uno degli esiti più alti della grande letteratura mitteleuropea, un classico novecentesco fra i più importanti e coinvolgenti.
L'autore, nato e morto a Vienna (1862-1931), dopo studi e laurea in medicina, si dedica a tempo pieno alla letteratura. Contemporaneo e concittadino di Sigmunt Freud, ne conosce l'"Interpre-tazione dei sogni"; il padre della psicoanalisi apprezza, a sua volta, l'opera di Schnitzler.
Lo spunto narrativo è apparentemente semplice, quasi banale: un giovane medico (Fridolin) e sua moglie (Albertina), felici, belli e innamorati, dopo una festa in maschera, cominciano a raccontarsi episodi, non si sa se realmente accaduti o frutto di fantasia, mai reciprocamente confessati in precedenza.
Si innesca fra i due una spirale visionaria, che raggiunge il suo acme la notte in cui Fridolin viene chiamato al capezzale di un suo paziente appena morto, una spirale fatta di maschere inquietanti, di ambienti misteriosi e segreti, di desideri repressi, di tensioni erotiche rimaste per lungo tempo sotterranee.
Il libro di Schnitzler è stato portato sugli schermi, nel 1995, poco prima di morire, dal grande regista Stanley Kubrick, col titolo " Eyes Wide Shut".

 

                                                                                                       Carlo Amanti



Arthur Schnitzler, Doppio sogno, Adelphi piccola biblioteca, 1977, 7,00 € oppure Einaudi tascabili, 2007.
IL GRINZONE n.23