Pastorale americana



“Pastorale americana” è il romanzo più conosciuto di Philip Roth, scrittore statunitense molto prolifico (ha all’attivo 27 libri), nato a Newark nel 1933, da una famiglia di ebrei borghesi molto osservanti.
Protagonista del romanzo è Seymour Levov, soprannominato “ lo Svedese”, che incarna, negli anni Cinquanta, l’ideale dell’americano perfetto: cittadino esemplare, rispettoso della legge, ottimo sportivo, imprenditore di successo, epilogo fortunato di tre generazioni innamorate dell’America, che hanno lavorato, risparmiato e sfondato nella società.
Negli anni Sessanta, però, gli anni della guerra del Vietnam e dei conflitti razziali, il meccanismo virtuoso ed in apparenza inossidabile si spezza: la figlia adolescente dello “Svedese”, Merry, segnata da una insuperabile balbuzie, manda in frantumi il sogno di felicità del padre, con un drammatico atto terroristico.
A narrare l’accanirsi del destino su Seymour Levov è un suo vecchio compagno di scuola, Nathan Zuckerman, consueto “alter ego” letterario di Philip Roth.
Il romanzo offre un ritratto spietato della società e della civiltà americana, con una sapiente alternanza di grottesco e commozione, di flusso di coscienza e satira, e costringe il lettore a riflettere sulla condizione umana, sulla solitudine e l’inconsapevolezza di ciascuno, sulla terribile precarietà dell’esistenza, sull’insensatezza del vivere.


                                                                                              Carlo Amanti



Philip Roth, Pastorale americana, Super ET Einaudi, pag. 460.
IL GRINZONE n.16


Per il lettore interessato ad approfondire la conoscenza di Philip Roth si segnala:
“Il lamento di Portnoy”, “Il complotto contro l’America”, “La macchina umana”, tutti pubblicati da Einaudi, nonché “Everyman” (uomo qualunque), uscito negli Stati Uniti il 9 maggio e non ancora tradotto in italiano.