Opinioni di un clown



“Opinioni di un clown” esce in Germania nel 1963, quando il muro di Berlino, ormai da due anni, divide la città e il paese, con la parte est sigillata dentro l’ideologia socialista, mentre ad ovest scoppia il boom economico e la nuova ricchezza, in un clima di neocapitalismo rampante, agisce da meccanismo di rimozione delle ancora troppo recenti colpe naziste.
In questo contesto matura la ribellione di un giovane, Haus Schnier, che decide di fare il clown di professione, sganciandosi dai comodi standard della vita piccolo borghese.
Questa scelta gli costa la perdita dell’amatissima compagna Maria, troppo “regolare” e timorata per stargli accanto, che gli preferisce un facoltoso cattolico.
Hans indossa quindi la maschera del pagliaccio, per strappare la maschera ad una società ipocrita.
“Opinioni di un clown” è una spietata denuncia, che riguarda in primo luogo il popolo tedesco, ma dalla quale non possiamo non sentirci toccati un po’ tutti: all’orrore della prima metà del ‘900, segnata da due guerre mondiali, subentra, nella seconda, un’indifferenza altrettanto ottusa e micidiale.
Il povero clown, inutilmente ribelle e inevitabilmente sconfitto, assurge a simbolo di tutte le vittime innocenti.
Lo stile narrativo di Boll, asciutto e del tutto privo di ogni compiacimento lirico ed effusivo, ci colpisce col ritmo martellante di un atto di accusa inappellabile.

 

Carlo Amanti



Heinrich Boll, Opinioni di un clown, Mondadori Oscar Classici Moderni,  pp 258, 2001.
IL GRINZONE n.25







 

Opinioni di un clown” esce in Germania nel 1963, quando il muro di Berlino, ormai da due anni, divide la città e il paese, con la parte est sigillata dentro l’ideologia socialista, mentre ad ovest scoppia il boom economico e la nuova ricchezza, in un clima di neocapitalismo rampante, agisce da meccanismo di rimozione delle ancora troppo recenti colpe naziste.

In questo contesto matura la ribellione di un giovane, Haus Schnier, che decide di fare il clown di professione, sganciandosi dai comodi standard della vita piccolo borghese.

Questa scelta gli costa la perdita dell’amatissima compagna Maria, troppo “regolare” e timorata per stargli accanto, che gli preferisce un facoltoso cattolico.

Hans indossa quindi la maschera del pagliaccio, per strappare la maschera ad una società ipocrita.

“Opinioni di un clown” è una spietata denuncia, che riguarda in primo luogo il popolo tedesco, ma dalla quale non possiamo non sentirci toccati un po’ tutti: all’orrore della prima metà del ‘900, segnata da due guerre mondiali, subentra, nella seconda, un’indifferenza altrettanto ottusa e micidiale.

Il povero clown, inutilmente ribelle e inevitabilmente sconfitto, assurge a simbolo di tutte le vittime innocenti.

Lo stile narrativo di Boll, asciutto e del tutto privo di ogni compiacimento lirico ed effusivo, ci colpisce col ritmo martellante di un atto di accusa inappellabile.

 

Indicazioni bibliografiche

Heinrich Boll, Opinioni di un clown, Mondadori Oscar Classici Moderni, 7,80 €, pp 258, 2001.